domenica 4 novembre 2012

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Dubai : il Burj Khalifa da Granelli di sabbia

828 metri; questa è l’altezza del Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo. Noto anche come Burj Dubai o Dubai Tower,  il grattacielo è il centro di un vasto complesso che si sviluppa nel centro di Dubai e che comprende, tra gli altri, il 2° albergo più alto del mondo, il Burj al-Arab, la più grande marina artificiale del mondo, la Dubai Marina, le più grandi isole artificiali (le Palm Islands, le World Islands e il Dubai Waterfront) ed il più grande centro commerciale al mondo, il Dubai Mall
Progettato da Skidmore, Owings e Merrill, (già autori della Sears Tower a Chicago e della Freedom Tower a New York),  l’edificio presenta una base che ricorda la forma del fiore di Hymenocallis (fiore molto diffuso nella zona) e una struttura composta da tre elementi con un nucleo centrale. Sul Burj Khalifa sono presenti 27 terrazze che culminano con l'antenna. L'Hotel Armani occupa il 37º piano, i piani dal 45º al 108º ospitano 700 appartamenti privati (che pare siano stati tutti venduti entro otto ore dalla messa in vendita), al 78°  vi è una piscina , gli altri piani sono occupati da uffici, eccetto i piani 123º e 124º, che ospitano un centro di osservazione. Il Burj Khalifa possiede il più veloce ascensore al mondo che si muove a 18 m/s (64,8 km/h). Gli interni sono arredati da Giorgio Armani, proprietario anche di alcuni stabili del grattacielo.

Il Burj Khalifa detiene ad oggi diversi record:
-il più alto grattacielo al mondo : (precedentemente Taipei 101 - 509,2 m);
-la struttura più alta mai costruita: ( precedentemente l'antenna Radio di Varsavia- 646,38 m);
-la struttura più alta ancora in piedi: (precedentemente l'antenna della KVLY-TV - 628,8 m);
-la struttura a sé stante più alta: (precedentemente CN Tower - 553,3 m);
-l'edificio con più piani: 163 (precedentemente International Commerce Centre -118 piani);
-gli ascensori più alti al mondo;
-gli ascensori più veloci al mondo: 18 m/s (64 km/h) (precedentemente Taipei 101 – 16,83 m/s);
-la gettata di cemento più alta per un edificio: 606 m (precedentemente Taipei 101 – 449,2 m);
-la prima struttura più alta al mondo ad includere appartamenti abitabili;
-la piattaforma d'osservazione esterna più alta al mondo;
-l'ascensore con il percorso continuo più lungo al mondo;
-l'ascensore di servizio più alto al mondo;
-l'installazione in alluminio e vetro più alta al mondo, a 512 m.

Panorama di Dubai con Burj Khalifa


Due bellissimi blog Granelli di sabbia
e Un tè alla menta 

 libri di Najim:

Ogni mattina a Jenin

La vita della famiglia Abulheja, proprietari terrieri da generazioni a ‘Ain Hod, viene stravolta. L’arrivo dei profughi ebrei e poi la nascita dello stato di Israele li caccia dalla terra natia, verso il campo profughi di Jenin. E li sottopone a una serie di violenze, di angherie, di drammatici soprusi. Eppure, superando il dramma dell‘esclusione dai luoghi degli avi, gli Abulheja si impegnano perché la vita continui. Figure orgogliose, il vecchio patriarca Yehya Muhammad e i figli Hassan e Darwish. E straordinarie le donne, a cominciare dalla moglie di Hassan, Dalia, bella e ribelle, che nell’angustia del campo profughi, cerca di dare senso ai giorni nonostante la drammatica ferita del rapimento di un figlio, poco più che neonato. Sta nelle mani delle donne, il filo dei rapporti e della memoria. Che da Dalia passa alla figlia Amal, e da lei a Sara. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, scorre, crudele, dagli anni Cinquanta alle soglie del Duemila.In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta.

...1941
" In un tempo lontano, prima che la storia marciasse per le colline e annientasse presente e futuro, prima che il vento afferrasse la terra per un angolo e le scrollasse via nome e identità, prima della nascita di Amal, un paesino ad est di Haifa viveva tranquillo di fichi e olive, di frontiere aperte e di sole. Era ancora buio, solo i bambini dormivano, mentre gli abitanti di 'Ain Hod si preparavano alla salat del mattino, la prima delle cinque preghiere giornaliere. La luna pendeva bassa come una fibbia che legasse cielo e terra, una scheggia timorosa di farsi piena. Gambe e braccia si tendevano, l'acqua lavava via il sonno, occhi speranzosi si aprivano. Il udu', l'abluzione rituale prima della salat, spandeva il mormorio della shahada nella foschia del mattino sottoforma di centinaia di sussurri che proclamavano l'unicità di Dio e rendevano onore al suo Profeta. Quel giorno si pregava all'aperto e con particolare riverenza perché iniziava la raccolta delle olive....."

Susan Abulhawa
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L'INFINITO  Blog
dell'ingegner Franco Maria Boschetto
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DA fappat72 




Anima nell'infinito
Quando spengo il giorno
apro il cuore alla notte
e lascio la mia anima
libera di volare.
Vagabonda senza tempo
catturo attimi d'eterno
nel grembo dell'universo
e perdendomi tra i respiri
di mondi sconosciuti,
nell'eco del silenzio,
ritrovo me stessa tra le stelle
come fragile lacrima dell'Infinito.
(Alifarfalla)

Da MrFabpat72 
Miniatura3:26
GUARDATO




>>>  Cielo stellato  

Poesia in ritardo



Oggi piove a dirotto. Sono contenta che nel mio giardino siano state raccolte ieri tutte le foglie secche cadute, che tanto amavo calpestare. Ora sarebbero inzuppate di acqua, fradicie e molto pesanti. 
Leggendo sul Web le poesie autunnali mi sono imbattuta in questa, a mio parere bellissima, che giunge però in ritardo. Non ricordo bene, ma l'avevo già conosciuta e penso di averla fatta studiare a qualcuno anni fa.


 Cadono le foglie


Cadono già le foglie. Sono stanche.
Hanno visto tant'acqua e tanto sole.
Sbocciate con le tenere viole,
cadono prima delle nevi bianche.

La loro vita dura una stagione:
cadono a sciami, a sciami frusciando;
i bimbi le sparpagliano passando
e le raccolgono a farsene corona.

Il vento le trasporta in mulinello
e soffia e picchia con malinconia;
esse fan tutti gli anni questa via:
parton col brutto e tornano col bello.

(R. Callevi)
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